mercoledì 30 gennaio 2008

POLITICALLY CORRECT E ITALICHE DISTORSIONI




L'espressione politicamente corretto (politically correct), indica le dichiarazioni (verbali e scritte) e i comportamenti che sono privi di termini o caratteristiche che possano essere considerati discriminatori o lesivi della dignità altrui.
I discorsi, gli scritti o qualunque altro tipo di messaggio che vorrà considerarsi politicamente corretto dovrà essere privo, nel linguaggio e nelle idee, di qualunque tipo di pregiudizio legato a caratteristiche somatiche, etnia, religione, orientamento sessuale, età, menomazioni, o di ciò che potrebbe sembrare tale. Il politically correct se usato in maniera distorta o quantomeno opportunistica può portare in nome della difesa 'dal pregiudizio' ad un modo ipocrita di porsi nei confronti di chi la pensa in maniera diversa. Un esempio su tutti in Italia è il rapporto tra Chiesa Cattolica e politica, filtrato da media ossequienti, che non perdono l'occasione di scagliarsi contro chi la pensa in maniera diversa dal Vaticano. Persone o partiti che hanno espresso dissenso dalle posizioni del pontefice si sono ritrovati attaccati da più parti in nome di un 'rispetto' che non si capisce da dove prenda fondamento se non nella scelta infima di un atteggiamento servile nei confronti di uno dei più antichi poteri forti che esistono al mondo.

Tornando al 'Politically Correct' vero e proprio e alla sua storia l' uso di questa espressione nella corrente accezione si può ricondurre agli Stati Uniti degli anni trenta ed alla sinistra statunitense dove questa veniva utilizzata per indicare l'ortodossia partitica.
Politically Correct è anche il successivo movimento di idee d'ispirazione liberal e radical delle università americane (in particolare nella University of Michigan ad Ann Arbor, Michigan) che alla fine degli anni ottanta si proponeva, nel riconoscimento del multiculturalismo, la riduzione di alcune consuetudini linguistiche giudicate come discriminatorie ed offensive nei confronti di qualsiasi minoranza: afro-americans (afro-americani) sostituisce blacks, niggers e negros (negri), gay sostituisce i molti appellativi riservati agli omosessuali, diversamente abile sostituisce varie espressioni che erano politicamente corrette in passato (minorato, l'anglicismo handicappato, poi portatore di handicap,disabile), disoccupato sostituisce nullafacente. Il movimento nacque in risposta al rapido aumento di episodi di razzismo tra gli studenti; furono approntati ed imposti dei codici di condotta verbale (speech codes) con i quali si voleva scoraggiare l'uso di epiteti offensivi: il ripetuto mancato rispetto di questi codici veniva sanzionato con richiami ufficiali che avrebbero potuto influire negativamente sulla carriera accademica. Opinione comune è che il politically correct costituisca una forma di ipocrisia, un modo per rimuovere le parole ma non (necessariamente) i problemi: chiamare afroamericani e diversamente abili gli ex negri e gli ex handicappati infatti è ben altra cosa dal rimuovere il razzismo e le barriere architettoniche. Nella sua versione migliore, tuttavia, il politically correct non si propose di "risolvere" determinati problemi, ma ha inteso invece fissare delle norme preliminari per una civile discussione su di essi. (Definizione presa e rielaborata da Wikipedia)