venerdì 8 aprile 2016

Mick Mengucci un mix musicale adrenalinico e travolgente nella notte lisboeta

Trovare vita e ispirazione in questa Lisbona dove guardando in direzione dell’oceano e’ possibile sognare, andando oltre, verso terre lontane ma paradossalmente così vicine e comunicanti. E’ questo l’incipit culturale di Mick Mengucci musicista e cantante riminese residente da tempo in terra lusitana. La sua musica e’ un mix adrenalinico e travolgente tra ritmi brasiliani, capoverdiani e angolani non scordando le sue origini jazz e italiane. Una contaminazione musicale che quasi ogni sera Mick porta nei locali lisboeti, quelli “veri’ o almeno quelli che provano a resistere all’orda globale della musica mordi e fuggi. Una sorta di precursore della recente immigrazione italiana in questa terra di frontiera, difatti Mick e’ uno dei protagonisti del film documentario Lisbon storie (maggior informazioni le trovate qui) di Daniele Coltrinari , Luca Onesti e Massimiliano Rossi che sara’ presentato alla nona edizione di 8 ½ Festa do Cinema Italiano il festival internazionale del cinema italiano di Lisbona.
Raccontaci come sei arrivato a Lisbona e soprattutto perché ci sei rimasto?
La prima volta che sono arrivato in Portogallo e’ stato nel ’96 per circa due mesi, poi definitivamente dal ’98 per motivi di studio frequentando un master in geo sistemi e in seguito avendo ottenuto una borsa di dottorato in image processing.
I primi tempi a dir la verità ho pensato a divertirmi e a cercare di capire il posto e la sua cultura. A Bologna già da prima suonavo musica jazz e brasiliana, a Lisbona ho trovato un ambiente multiculturale vivo e puro attraverso il quale mi sono evoluto aprendomi alla musica di Capo Verde e dell’Angola. Ho cercato di mettere a frutto le mie esperienze passate arricchendole con gli stili musicali provenienti da quel mondo che una piccola terra come il Portogallo che in passato ha colonizzato ma che ora, come uno scherzo della storia, torna indietro, per certi versi, con una cultura propria vitale e affascinante.
Prova a descrivere la musica di Capo Verde e dell’Angola a persone che non la conoscono…
Capo Verde e’ un arcipelago creolo, la musica creola è un po’ una cugina della musica brasiliana, al suo interno ci sono ritmi di tutte le culture lusitane, quindi portoghesi, africane e brasiliane. Mentre la musica angolana pur provenendo dallo stesso mondo, ha un ritmo decisamente più incazzato e puramente nero.
Come hai visto cambiare Lisbona in questi 20 anni?
La città e’ cambiata molto, con il tempo si e’ internazionalizzata aprendosi finalmente al mondo. L’Expo del ’98 e’ stato determinante per questo cambiamento,  si e’ trattato proprio di una vera botta di vita, i lisboeti stessi sono più aperti di prima e più sociali nonostante il carattere tendenzialmente riservato che li caratterizza. Quello che pero’ mi colpì di Lisbona venti anni fa era il fatto che non sembrava affatto una capitale ma una sorta di paesone, questo gli dava un tono umano e rilassato. Ora si e’ più europeizzata, termine che porta con se concetti sia positivi che negativi, sicuramente è più pulita e meno decadente di prima anche se rischia di perdere un po’ di genuinità. Quello che mi piace di qui è il fatto che la gente è più semplice e vive in maniera meno stressata che da noi.
Descrivici in poche parole i portoghesi..
Vivono nel paradosso di essere nati in un posto ai margini dei grandi interessi mondiali ma nonostante tutto credono di essere al centro del mondo.
Cosa fai attualmente? I tuoi progetti futuri?
Che dire, suono spesso la notte nei locali di Lisbona, talvolta da solo altre volte con altri musicisti. Da tre anni sto cercando di dedicarmi alle istallazioni multimediali cercando di unire le mie competenze tecniche con quelle artistiche. Sto coordinando un progetto che si chiama LABIO che si basa su esperienze di interazione tra diverse forme di arte e tecnologia, uno spazio dove si possa praticare l’arte della parola unendola con altre forme artistiche.
Biografia: Mick Mengucci classe 69, e’ un musicista italo/svedese residente in Portogallo a Lisbona. Ingegnere minerario con un dottorato in processi dell’immagine. E’ un compositore, cantante, chitarrista e percussionista specializzato in musica brasiliana, africana, jazz e musica italiana. Inoltre si occupa di programmazione multimediale per performance e installazioni artistiche. Fondatore e coordinatore del progetto LABIO con il quale organizza Slam Poetry.
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